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Il libro, articolato in sette capitoli dedicati ai protagonisti del teatro grottesco, intende ricostruire la rete di relazioni personali e letterarie che hanno portato alla rinascita della scena italiana fra Otto e Novecento. L'indagine prende avvio da una breve panoramica del grottesco in Italia (1916-1924) per poi intraprendere un percorso analitico attraverso le opere dei singoli autori. Il II capitolo, infatti, è dedicato a Luigi Chiarelli, "ideatore" e teorico del teatro grottesco: la sua opera principale, "La maschera e il volto", rievoca gli intrecci del Mattia Pascal pirandelliano, arrivando a conoscere un discreto successo cinematografico grazie agli adattamenti di Genina e Mastrocinque. Seguono i capitoli dedicati a Rosso di San Secondo, una delle figure più interessanti di questo teatro per la sua vena "espressionista": la sua drammaturgia ricca di figure femminili complesse e di triangoli insostenibili invita alla riflessione sui temi della libertà e del tradimento. Il V capitolo si apre quindi al teatro di Cavacchioli, che offre importanti spunti per ciò che concerne il dibattito sul Novecento e la Commedia dell'arte (non a caso uno dei suoi attori prediletti è Raffaele Viviani). Chiudono la raccolta due saggi dedicati a Luigi Antonelli: il primo riguarda il suo particolare "umorismo fantastico" e gli ambigui rapporti personali con Luigi Pirandello; il secondo analizza la personale operazione di riscrittura del mito di Cassandra compiuta ne "La casa a tre piani".