Tab Article
1919: una pace illusoria regna sulle macerie d'Europa. Le società uscite dal grande massacro sono inquiete, percorse da tensioni pronte a esplodere. L'Italia non fa eccezione: la fine dell'economia bellica e la crisi economica fanno sorgere, prepotente, una nuova «questione sociale» e un aspro conflitto tra capitale e lavoro; la difficile smobilitazione dell'esercito e il fenomeno del reducismo impattano con durezza sulle pulsioni del corpo sociale. Ne deriva una svolta reazionaria che trova nella nascita del fascismo mussoliniano, nella sua prima incarnazione sansepolcrista, la sua manifestazione più clamorosa, capace di sintetizzare quell'insieme di motivazioni e atteggiamenti, germinati nelle trincee della Grande Guerra, che precedettero il suo costituirsi come partito prima e regime poi. E, nell'autunno, c'è l'impresa dannunziana di Fiume, risposta simbolica ma tangibile al mito della «vittoria mutilata». Un anno chiave, di cui Claudio Vercelli ricostruisce con grande precisione lo spirito. Grazie alla sua scrittura e alla stringente logica della sua analisi, leggere la cronaca di quei mesi frenetici è un po' come respirare l'aria del tempo. Con un ricco apparato iconografico e una serie di approfondimenti e parole chiave che portano il lettore al centro dei conflitti e delle pulsioni di quei giorni. Al centro della nostra storia.