Tab Article
Scrivere è un gesto naturale? Una domanda che ogni scrittore si pone e alla quale si risponde in vario modo: è una via per rendere memoria di qualcosa, oppure è il frutto di un'indignazione verso chi riduce la scrittura a un dettato personalistico, al proprio narcisismo. A questa domanda cerca di rispondere questo breve e fulminante saggio, composto da una raffinata scrittrice francese nel 1943 in forma di lettera all'amico e scrittore Jorge Semprún. Senza che mai emerga dal discorso, lo scritto è anche una risposta alla domanda di Adorno: si può fare ancora poesia dopo Auschwitz? Magny crede di sì e scommette sul potere della scrittura di rischiarare il mondo da quella opacità che lo rende talvolta insopportabilmente ingiusto e vano.