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Diciottenni marocchini che adorano i Black Sabbath, rappers della striscia di Gaza, libanesi che citano Bob Marley, i giovani protagonisti di questo saggio sono appassionati di una musica - heavy metal, reggae, punk, hip-hop - che spesso, nella società islamica, è considerata immorale, quando non addirittura illegale. Ugualmente rappresentativi dei conservatori e degli estremisti che appaiono nei telegiornali, questi ragazzi sono i protagonisti di una rivoluzione che forse è già in atto. L'inchiesta di Levine, ricca di interviste a musicisti e fans, indaga i frutti e le contraddizioni dell'incontro tra influenze occidentali e cultura mediorientale. Una cronaca fedele della battaglia tra tradizione e libertà, tra religione e desiderio di cambiamento di una parte di mondo in cui tutto è politica e tutto è in movimento.