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Poesie raffinate, non sempre di taglio gioioso, alcune profonde e amare... altre, metafore dell'incredibile efficacia spesso percorse da un refolo d'ironia, lente indispensabile all'autrice per osservare se stessa, la bellezza nelle minime cose e tutto ciò che è "altro da sé". Una quieta infelicità sempre controllata e compensata dalla contemplazione e dall'ammirazione del bello mediante un linguaggio semplice, dal tono sommesso, come se ogni parola fosse l'ultima, "rimani...", un'ampia scelta di poesie, anche per questa terza raccolta in italiano e dialetto, dopo "nonostanteme" 2011 e "cantoperchécisei" 2013.