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Un libro che non consola, non illude. Non lascia credere che l'esistenza dell'uomo sia qualcosa di diverso, qualcosa di migliore. Essa è solamente transito e perdita. Transito dal Nulla dell'origine al Nulla. Perdita di stagioni, sogni, incontri, possibilità... La felicità è un inganno, il bene non esiste e l'unica salvezza per l'uomo è la rinuncia a ogni coinvolgimento emotivo. Unicamente nella morte può rinvenirsi la salvezza, dal momento che essa, in quanto via di accesso definitivo al Nulla, pone termine al disordine, al caos, all'irrazionalità, alla pesantezza che connotano il nostro essere nel mondo. Lo spezzato oggetto è un fiore nato e cresciuto sul terreno del Novecento. Fiore tardivo, fiore fuori stagione. Ma sono proprio i fiori tardivi sono quelli che non smettono mai d'innamorarci anche nei tristi pomeriggi d'autunno quando il cielo pesa su ciascuno di noi come una condanna e una maledizione.