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Un processo, accidentalmente attivato da una questione di eredità, mette il giudice Pulvirenti dinanzi a un insolubile dilemma: condannare il medico 'umanista' Fortunato Signorelli con l'imputazione di omicidio (non esistendo nel codice il reato di procurata eutanasia) o assolverlo con motivazioni extragiudiziarie. La legge (dura lex, sed lex) prescrive la condanna dell'imputato; la coscienza del giudice, messa in crisi dalla personalità del medico e dalla sua difesa durante l'udienza, propende per l'assoluzione. Troverà il coraggio di un giudizio che travalichi la giurisprudenza praticata nei tribunali?