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La morte non è mai bella, la vita può essere anche peggio. A rendersene conto è Fabio Bozzo, investigatore per tradizione di famiglia, che in un inizio d'estate che sta già diventando torrida, si imbatte nel cadavere, brutalmente seviziato, di un travestito. A partire da questo momento il Ghetto, zona malsana e fatiscente per quanto a due passi dall'Acquario, si trova al centro di attenzioni molteplici: un gruppo di giovani intellettuali inizia uno studio sociologico, un fotografo cerca di realizzare un reportage e una banda sudamericana alquanto sui generis contribuisce ad aumentare il clima di tensione, enfatizzato da una televisione locale che cavalca gli eventi in modo preoccupante. Tutto questo mentre un'immobiliare dai modi un po' troppo intraprendenti dà il via ad una campagna di acquisizioni assai poco ortodossa. In una sarabanda indiavolata di pensionati e badanti, architetti rampanti e attrici ottuagenarie, carabinieri ligi al dovere e poliziotte esauste, al ritmo sempre più convulso di salsa latino-americana e di ray maghrebino, le cose precipitano, e Fabio finisce, suo malgrado, a dover far luce su una ragnatela di sospetti e un crescendo di violenze, cercando di dipanare la trama di un arazzo ordito sui giochi di ombre e luci di una città misteriosa e contraddittoria.