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Carlo Alberto Viterbo è stato una figura di spicco dell'ebraismo italiano sin da prima delle leggi razziali. Come ebreo, come sionista e come antifascista allo scoppio della seconda guerra mondiale fu arrestato e dopo una detenzione nel carcere romano di Regina Coeli fu internato in uno dei tanti campi del Duce creati in quel periodo. È proprio da uno di questi campi, Urbisaglia, in provincia di Macerata che scrisse molte lettere alla moglie e al figlio tredicenne. Il presente volume contiene una selezione di queste lettere dalla quale emerge, oltre uno spaccato di storia, la sua forza morale, l'attaccamento ai principi ebraici con lo sforzo di trasmetterli anche ai compagni di sventura e l'affettuoso pensiero verso il figlio che ora ha curato la presente edizione.