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Entrato nella vita pubblica come consigliere comunale e assessore per le Belle Arti nell'amministrazione civica dell'Urbe nel 1920, Giovanni Gentile mantiene la carica fino al 1922. Nell'ottobre di quell'anno viene chiamato nel primo ministero Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione e in novembre è nominato dal Re senatore del Regno. Resta nel governo per venti mesi progettando e attuando quella particolare riforma della Scuola Italiana che va sotto il suo nome, ispirandola alla sua concezione filosofica e profondendo in essa la diretta esperienza maturata nella scuola alla quale aveva dedicato la passione e l'intelligenza della sua attiva giovinezza. La riforma, che attuò con fermezza e decisione, e fu la prima organica riforma della Scuola Italiana d'ogni ordine e grado, dopo la legge Casati del 1859, riportò le istituzioni scolastiche a quella missione educatrice dello spirito prima che degli intelletti che le influenze positivistiche, nonostante la benefica influenza del Gabelli, avevano soffocato nell'aridità della cosiddetta "scuola d'istruzione".