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"Ho scoperto presto che spesso l'opacità era nei miei occhi tanto più quando cercavo di usare categorie "neutre" e cosiddette oggettive nell'interpretare la società, oppure quando cercavo di annullare gli scarti negandoli o liquidandoli con semplicistiche soluzioni. Ho cercato allora, grazie alla mia militanza nel movimento delle donne, di individuare un punto di vista non più neutro ma legato alla mia "differenza sessuale", che arricchisse la capacità di percezione e la creatività nel progettare". Gli scritti di Laura Gallucci e i suoi ironici disegni "quotidiani" - fanno da filo conduttore al ritratto che di lei architetta tracciano le due autrici. La tendenza a incanalare verso il "necessario" l'energia creativa e dare così maggiore risalto alle soluzioni suggerite dalla fantasia emerge chiaramente dalle opere illustrate nel volume.