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È il 5 dey del 1383 secondo il calendario iranico, il 26 dicembre del 2003. Dal deserto che circonda la città di Barn si alza un Bad-e-margh, un vento di Morte, e in pochi secondi il terremoto annulla il paesaggio. Dell'intera famiglia, Agha Soltani e sua nipote Hakimè sono gli unici a sopravvivere. Al tramonto, dopo la catastrofe, comincia il loro viaggio, a piedi, in direzione del Golfo e del mare, nel tentativo di ricostruire dalle macerie una nuova vita. Agha Soltani è sempre stato un maestro, ma nulla capisce di Hakimè, bambina silenziosa e ossessionata dal sangue, presenza perturbante per chiunque la incontri, con il suo incarnato scuro in cui spicca il verde degli occhi, a cui si offrono visioni di un mondo che non esiste. I loro passi saranno scanditi dalle risate dei jinn, i demoni del deserto che fanno sperdere le carovane e impazzire i fanciulli, e forse la stessa Hakimè, ma che si incarnano pure nei trafficanti di uomini, nei ladri di bambini e nella banda di Amir Khan, che attenta all'esile unione che i due hanno costruito. Zarmandili descrive un'odissea contemporanea, un moderno racconto epico attraverso un mondo antico, in cui le leggende, le magie e le fascinazioni s'intrecciano alla cronaca dei nostri tempi di guerra.