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Il romanzo di Renato Ranaldi «descrive l'attraversamento di vicende dove lo stesso artista ora si identifica nell'artefice di tutte le opere d'arte che incrocia, pensa di averle prodotte lui stesso. L'intera descrizione dei fatti si svolge in un clima storico di assoluta decadenza, specie di catastrofico dopoguerra che riguarda l'Europa intera dove la sopravvivenza è il tema totalizzante. Emblematicamente il testo descrive l'impossibilità dell'eliminazione del fenomeno ate dalla faccia della terra, in qualsiasi contesto ambientale e panorama storico, anche se apocalittico. Il dimorante di Tebaide, protagonista di questo romanzo breve, dopo qualche tempo dalla sua guarigione, avvenuta subito dopo l'incontro con il monumento in piazza del Teatro, si riconosce quale autore di una sola opera nella quale si imbatte...».