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Il volume documenta un'installazione, molti disegni, un percorso immobile, un'azione contemplativa. L'ossimoro sembra la figura retorica preferita dall'artista, perché genera equilibrio basato sui contrasti: immagini che si avvolgono su cilindri, tanto da risultare ben presenti, solide, eppure invisibili, come disegni che derivano da forme casuali, sollevate nella loro indifferenza a un'indifferenza psicologica, personale. Il libro, bilingue, con molte foto a colori, propone testi, oltre che di Marco Meneguzzo, di Rossella Caruso e di Pietro Fortuna ed è corredato da ampi apparati bio-bibliografici.