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Un libro che riapre il dibattito teorico sul marxismo. A partire dall'inizio: dagli anni di formazione e fino al "Manifesto del partito comunista". Marx era un filosofo, per formazione ed elezione. Il rapporto fra filosofia e critica e fra critica e politica è al centro del saggio, che ricostruisce la teoria del comunismo e denuncia le ragioni di fondo che ne determinarono la degenerazione totalitaria. Il nodo teorico è individuato nella tensione fra dialettica e ontologia. Da una parte l'hegelismo del giovane Marx, sottoposto a critica ma mai davvero superato, dall'altra le resistenti suggestioni dell'ontologia, eredità di una articolata frequentazione della filosofia greca. Un nodo non sciolto, che avrebbe segnato la teoria e la pratica politica di Marx e del movimento che da lui prese le mosse. La seconda parte del libro ripercorre centocinquanta anni di marxismo teorico, da Labriola e Sorel fino ad Althusser e Lukàcs (e Zizek), ricostruendo per scansioni e problemi una vicenda teorica e politica imprescindibile per l'autocoscienza del nostro tempo.