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Walter Benjamin, filosofo, critico d'arte e letterario, studioso materialista del linguaggio, critico lucido della modernità, esule mancato sul confine franco-spagnolo, è la grande figura appartata e fragile in cui il XX secolo ha affermato la precarietà dell'esistenza. Precarietà intellettuale e materiale, disancorata dal mito umanistico del progresso, dalle illusioni della dialettica delle classi sociali e dalla forma di vita borghese, questa è la misura della sua opera che rimane ancora oggi in sospeso in una zona marginale del pensiero. Collezionista di frammenti in cui la modernità mostra i luoghi oscuri della scintillante metropoli, Benjamin dev'essere di continuo riscoperto. I saggi contenuti in questo volume si distribuiscono lungo una linea di senso che restituisce un profilo inciso nei problemi del pensiero: l'infanzia, la filosofia della storia, le immagini, la modernità artistica e del capitale.