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Tradotti in italiano per la prima volta all'inizio degli anni Settanta, da decenni ormai introvabili, i "Grundrisse" costituiscono l'opera più inquieta e anticipatrice, nonché controversa, dell'autore del "Capitale". Un grande classico e al tempo stesso un testo che col passare del tempo sembra acquistare impreviste dimensioni di attualità. Primo geniale abbozzo della critica di Marx all'economia politica, i "Grundrisse" (1857-1858) costituiscono il laboratorio più avanzato e avventuroso del pensiero marxiano. Un'opera aperta che coglie sul nascere le tendenze e le dinamiche dello sviluppo capitalistico, e che per la prima volta prende in esame le rivoluzionarie conseguenze dell'applicazione della scienza alla produzione. E al tempo stesso polemizza con le visioni semplificate e consolatorie del socialismo, affacciandosi oltre l'orizzonte della sua epoca. Prefazione di Terrell Carver. Introduzione di Marcello Musto.