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"Diversamente da ciò che scrisse Giuseppe Berto per Il male oscuro "uno scrittore è meno autobiografico proprio quando scrive di sé", credo che questo breve romanzo sia la cosa più personale che abbia mai scritto, non foss'altro perché si porta dietro il dolore più grande della mia vita che, inevitabilmente, è presente in molte cose che scrivo. Ho provato a scriverlo in prima persona, ma ho capito subito che non ne sarei stato capace. Per riuscirci ho dovuto creare un po' di distanza prendendo a prestito lo sguardo disinvolto e imprudente di mia figlia quando aveva dieci anni. Attraverso le sue parole ho rincontrato mio padre, l'ho fatto parlare con mia madre, mi sono divertito a farlo volare, come nella passeggiata di Chagall, con lei che non l'ha potuto conoscere." (Augusto Secchi)