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Questo lavoro presenta una lettura dell'esercizio del re temporale e del Re Eterno ispirata da due disposizioni di fondo: filosofica e teologale. Parlando di disposizione filosofica mi riferisco ad un certo modo di rendersi disponibile all'ascolto degli Esercizi e alla loro pratica, anche attraverso il ricorso ad alcune argomentazioni propriamente filosofiche che aiutano ad esplicitare le problematiche suscitate dal testo. L'altra disposizione che ispira questo studio è di ordine teologale, che si esprime unitamente a quella filosofica, è anzi prioritaria rispetto a questa, ed è per tale ragione che parlo insieme di una riflessione teologale e filosofica. Il teologale non si compie attraverso un'elaborazione sistematica dei problemi, com'è invece legittimo supporre nel teologico. Nel teologale la determinazione del logico non s'impone quale senso direttore dell'indagine: certamente non è escluso ma non ne costituisce l'unica preoccupazione e neppure quella prioritaria. Ciò che si afferma nella ricerca è l'esperienza umana personale di chi si mette a gioco negli Esercizi e la comprensione spirituale che da qui si origina.