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"Il modo in cui Nanni Balestrini interpreta la necessità del montaggio nella poesia moderna è fin dall'esordio un modo estremo e radicale. La superficie linguistica appare sfregiata in vari modi, così come sbarrato risulta lo scorrimento dal referente al mondo oggettivo e difficoltoso o impossibile lo sviluppo ragionativo. Il linguaggio quale luogo del significato è messo in questione in vari modi, invito al sospetto e invito all'abbandono convivono, contraddittoriamente; così come contraddittoria è la fiducia nel potenziale liberatorio del corpo e del linguaggio quale segno del corpo, in un mondo d'altra parte capace di colonizzare i corpi, con i loro bisogni e con le loro manifestazioni." (dalla Prefazione di Pietro Cataldi)