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Secondo la concezione tocquevilliana, esiste "un punto estremo in cui eguaglianza e libertà si toccano e si confondono", come quando tutti i cittadini hanno l'eguale libertà di concorrere al governo della cosa pubblica e vi partecipano in maniera effettiva. L'accostamento diretto tra libertà ed eguaglianza sub specie libertatis - ovvero la giusta o l'eguale libertà tipico della tradizione liberale, ha retroagito normativamente sulla tradizione democratica, ponendo la libertà come limite e insieme come complemento necessario dell'eguaglianza. La libertà è così valore fondativo da estendere a tutti. Come scrive Vittorio Foa: "Il mio diritto non è un credito, è un rapporto da misurare col diritto e le aspettative degli altri ed è misurabile con lo spazio di libertà, di autodeterminazione che dà non solo a me ma anche a quelli cui riesco a pensare".