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«La Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, e la sua rivista, i Quaderni del Circolo Rosselli hanno dispiegato un grande impegno affinché? i due fratelli Carlo e Nello, la loro vita, la loro opera, il loro pensiero fossero adeguatamente ricordati nell'anno ottantesimo dell'uccisione (1937-2017). Abbiamo voluto iniziare con un convegno internazionale di cui qui pubblichiamo gli atti. Il convegno si è tenuto a Parigi, il 6 giugno 2017, presso l'Istituto Italiano di Cultura, diretto da Fabio Gambaro, ed è stato organizzato da due studiosi, Alessandro Giacone ed Éric Vial, che curano anche questo numero dei "Quaderni del Circolo Rosselli". Ad essi va la nostra riconoscenza. Perché a Parigi? Intendevamo dare alla commemorazione dei Rosselli, ed in particolare a quella di Carlo, il carattere europeo adeguato al quadro storico in cui la loro vicenda si è svolta, fino alla comune tragica conclusione in terra di Francia. In tal senso Parigi è stata la sede giusta, perché nella capitale francese Carlo era stato accolto nel 1929, dopo la sua clamorosa evasione dal confino di Lipari, perché lì aveva fondato Giustizia e Libertà e pubblicato in francese il suo "Socialismo liberale". Da lì aveva condotto la sua battaglia antifascista, che si era estesa anche ad altri paesi europei, fino alla partecipazione alla guerra di Spagna nel secondo semestre del 1936. Ritornato in Francia per un periodo di cura lì veniva assassinato insieme al fratello Nello a Bagnoles-de-l'Orne, in Bassa Nor- mandia, il 9 giugno 1937 per mano della Cagoule francese e per mandato del governo fascista italiano. Last but not least, per la disponibilità sul campo di studiosi francesi e di italiani che le non facili vicende dell'Università italiana hanno portato a insegnare o a ricercare in terra di Francia. Anzi, uno degli elementi più positivi del Convegno, è stato proprio di vedere tanti giovani impegnati nello studio dei Rosselli. Un segnale generazionale importantissimo. La ricerca storica produce nuovi interessi e nuove prese di coscienza. Naturalmente vari studiosi erano venuti anche dall'Italia...» (Valdo Spini)