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Miklós è un giovane avvocato che ha davanti a sé un matrimonio sicuro - borghese e ordinario - con la figlia diciassettenne del direttore del penitenziario di Budapest, ed è alla ricerca del primo caso degno di nota della sua carriera. Per lui sembra arrivata l'occasione giusta quando si ritrova a difendere la commessa di una pasticceria, la magnetica e sanguigna signorina Riza, scoperta a rubare dalla cassa e arrestata. Durante i colloqui in prigione Riza si confessa innamorata di Miklós, di un amore che la renderebbe capace di qualsiasi cosa, e che riesce a intaccare la morale da uomo perbene di lui. "La piccola pasticceria" è popolato da personaggi che Molnàr ritrae con la sua speciale ironia, temperata però da una empatia sincera. Una storia d'amore in cui l'autore incastona riflessioni illuminanti sulla natura umana, e che ruota intorno a una domanda: chi sono i veri prigionieri della società?