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Il sempre più spinto laicismo dell'Occidente, specularmente antitetico al radicalismo islamico, affonda le radici in un secolare processo storico riattualizzato in età tardo-medievale dallo scontro tra Papato e poteri secolari. Culmine ne fu il conflitto tra Gregorio IX e Federico II. Pomo della discordia si rivelò la Costituzione che Federico promulgò per il Regno di Sicilia. Il papa reagì duramente, pretendendo, quale suprema autorità spirituale dell'Europa cristianizzata, di essere giudice del rispetto del diritto naturale-divino negli ordinamenti secolari, nonché difensore dei privilegi in essi riconosciuti da tempo alla Chiesa. Il testo della Costituzione e il carteggio tra i due, finora non adeguatamente indagati sotto tale profilo, consentono di penetrare nelle ragioni, anche recondite, del conflitto culminato nella scomunica papale e nella rabbiosa reazione di Federico. Benché sorto in un contesto lontano dal nostro, da quel conflitto emergono due ragioni sempre attuali: l'autonomia del Politico e la necessità di porre limiti all'onnipotenza del legislatore.