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Antonio Biasiucci ritrae pezzo per pezzo i faldoni dell'Archivio Storico del Banco di Napoli e poi li rimonta in una sequenza svincolata da ogni principio di successione cronologica, disponendo così gli antichi corpi cartacei in un ordine in cui la Storia non si presenta più come un campo temporale, ma spaziale, come un atlante segreto o come il modello ideale di una città dentro la città. Di nuovo l'uno accanto all'altro i faldoni si offrono allo sguardo come i tasselli di un inedito skyline urbano, come il profilo di una città della memoria costruita sulla stratificazione di tracce di storie e di incerte identità che l'hanno animata e attraversata.