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«Le mie biografie (niuna eccettuata) sono piene di assurdità e di invenzioni più o meno nauseanti», scriveva il settantenne Rossini, ma Lui, esperto manipolatore di trame, ci ha messo del suo nel costruire l'immagine di un uomo tutto dedito alla gioia di vivere, con un pizzico di italianissima voglia di non far niente e una sana predisposizione ai piaceri della buona tavola. E tutto questo l'ha realizzato con un abile, per quanto in parte involontario, gioco di contrasti. Fra i 18 e i 37 anni di età ha composto 39 opere, una produttività imponente come se fosse un inesauribile divertimento. Poi, all'apice del successo, il grande silenzio. Infine, a 63 anni, riprende a comporre quasi esclusivamente per proprio diletto, e per tutti gli uomini più in vista della cultura, della politica, della finanza, diventa un punto d'onore partecipare ai pranzi succulenti della sua mensa. Una vita così contraddittoria non poteva che generare aneddoti e falsità, che oggi, a 150 anni dalla morte, noi possiamo in parte penetrare grazie a una vasta mole di documenti e al più attento esame di essi. Anche se non sarà mai possibile svelare del tutto l'enigma Rossini.