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Un antico detto romano recita: "Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini", in riferimento al saccheggio dei marmi del Pantheon a opera della nobile famiglia. Dopo tre anni dalle ultime elezioni a Roma, però, questa vulgata andrà modificata, includendo anche il nome di Gianni Alemanno. Questo è quanto emerge dalla sferzante inchiesta di Nicoletta Orlandi Posti, giornalista del quotidiano Libero: un quadro desolante, al cui centro spicca la figura di un sindaco inadeguato e impreparato. Dallo scandalo Parentopoli alle colate indiscriminate di cemento, dalla desertificazione delle politiche culturali alla presenza in ruoli chiave di esponenti con un passato nell'estrema destra eversiva, dalle politiche d'espulsione ed emarginazione dei rom all'emergenza casa mai affrontata, che coinvolge settemila famiglie. Vittime illustri: Roma e i suoi cittadini, sgomenti nel vedere giorno dopo giorno la propria città appassire nella sporcizia, nel clientelismo, nella criminalità comune e nelle infiltrazioni della 'ndrangheta. Una città distante dai giovani, con tassi di disoccupazione estremamente alti e in crescita costante; una città lontana dalle donne, per i tanti casi di stupro registrati nelle strade della capitale e nonostante la sbandierata politica sulla sicurezza di Alemanno. Una città in rapido declino, che sta diventando, come fedele specchio dell'Italia berlusconiana, periferia dell'Europa.