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Il temine Macedonia divenne agli inizi del Novecento sinonimo di confusione, di miscuglio di culture e appartenenze. Cos'è rimasto di quel miscuglio dopo un secolo di pulizie etniche, deportazioni e fughe? Gli stati dei Balcani sono riusciti a uniformare le loro popolazioni, oppure sotto l'apparente omogeneità cova ancora una differenza radicale, che attraversa ogni paese? L'autore ha condotto un lavoro di ricerca nell'estremità occidentale della Macedonia greca e ha ricostruito il senso di appartenenza di una comunità di confine, greca per passaporto, slava per cultura e lingua, oggi anche cosmopolita dopo duecento anni di emigrazione.