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"Vermi è un romanzo breve. La vicenda si dipana in una Sicilia onirica, in un'atmosfera che pare essere pesante come il piombo e leggera come l'aria a un tempo. Gli occhi del protagonista e la sua visione assolutamente soggettiva sono la finestra attraverso la quale viviamo la vicenda, che è una vicenda intimista, terribile, quasi irreale. Non ci sono nomi, perché i nomi sono già tutti conosciuti da colui che parla, che nel suo solipsismo acuto non pensa di spiegare nulla, di presentare nessuno. E i nostri occhi di lettori possono solo accettarlo, condividere la sua solitudine per questi dieci capitoli e poi passare oltre. Il libro è un romanzo breve, ma sarebbe meglio definirlo romanzo poetico. Perché la poesia, pensata dal protagonista, impregna ogni pagina. È nato, in fondo, come lungo monologo poetico su ciò che può essere la figura materna in una persona caratterizzata da profonda sensibilità e quindi fragilità. È breve perché vuole esserlo, vuole essere una mezz'ora di calma lettura in una vita nervosa e ultraveloce. L'ho scritto pensando proprio a questo, perciò le parole si susseguono quasi scalpitanti l'una dopo l'altra. Almeno, così mi piace pensare." (Attilio Trovato)