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In Italia vi sono più di un milione di lavoratrici e lavoratori omosessuali, lesbiche, bisessuali e transgender. Dei loro diritti nella società civile molto si è ultimamente discusso in occasione dell'approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili. Il mondo del lavoro ha invece finora ignorato questa fetta di popolazione: da poco ci si sta accorgendo di loro come consumatori, ma nella grande maggioranza dei casi all'interno delle organizzazioni non li si considera ancora nella loro individualità. Si tratta di una diversità facilmente occultabile e tutti preferiscono ignorarla o considerarla alla stregua di un fenomeno circoscritto ad alcuni settori specifici come la moda. Niente di più lontano dalla realtà. La diversità di orientamento sessuale e di identità di genere è oggetto di discriminazione sui luoghi di lavoro come e ancora di più di altre tipologie all'onore delle cronache già da molto tempo. Se però le aziende vogliono riconquistare la fiducia dei propri collaboratori, se li vogliono motivare chiedendo loro proattività e identificazione col progetto d'impresa, il primo passo è rispettarli nella loro individualità, indipendentemente dalle diversità che li caratterizzano. Di inclusività si è molto parlato in questi anni ma il tema della popolazione lgbt in Italia è tradizionalmente rimasto ai margini. Questa guida vuole iniziare a ovviare a questo limite. L'Università Statale di Milano, con l'appoggio dell'Associazione Italiana per la Direzione del Personale e dell'Associazione Parks - Liberi e Uguali ha condotto un progetto di ricerca con alcune tra le aziende più all'avanguardia sul versante dell'inclusione. Frutto di questo studio è un volume semplice ma completo di introduzione al tema lgbt e lavoro, che offre molte indicazioni operative a partire dalle best practice di alcune aziende eccellenti. Prefazione di Ivan Scalfarotto e prefazione di Isabella Covili Faggioli.