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Scurpiddu - in siciliano "sterpo, ramo secco" - è il soprannome di Mommo, ragazzino di nove anni che Massaio Turi, di ritorno dai campi al tramonto, incontra rannicchiato su un grande sasso, con l'aria triste e i piedi scalzi. Massaio Turi ha da poco perso il suo unico figlio e gli offre un impiego alla sua masseria-, sarà "nuzzaru", cioè custode dei tacchini. Scurpiddu, orfano di padre e abbandonato dalla mamma nell'anno della "mala annata", è felice di accettare quel compito, che gli restituirà una casa e forse degli affetti, dopo i mesi trascorsi in solitudine a mendicare a Palagonia. La storia di Scurpiddu si snoda nella Sicilia di fine Ottocento, a volte descritta con nostalgia, a volte rappresentata come dura, faticosa, dove anche nei percorso di crescita di un bambino fino a diventare uomo, non saranno risparmiati momenti difficili. Età di lettura: da 8 anni.