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Il saggio si configura come una profonda riflessione sulla deriva comunicativa dell'italiano contemporaneo con specifico riguardo al linguaggio d'odio. Oggetto di studio è l'evoluzione dei modelli comunicativi a partire dai regimi totalitari del Novecento fino alla situazione politica odierna, caratterizzata dalla penetrazione capillare dello hate speech nelle coscienze mediante i mass media e in particolare internet. Un uso distorto del linguaggio favorisce ogni modifica negativa dell'agire comunicativo. Per contrastare tale degenerazione, che si esprime in manifestazioni di odio online e atteggiamenti intolleranti nella vita quotidiana, si rende necessaria un'educazione alla cittadinanza a partire per l'appunto dall'educazione linguistica. Le sorti della democrazia dipendono dalla capacità di contrastare il degrado relazionale derivante dall'uso perverso della parola soprattutto nel web.