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Un'ora dopo aver letto l'esito del test di gravidanza, avevo già montato un canestro in giardino. «È un maschio, me lo sento!» Perché dopo due meravigliose figlie femmine era giusto, se non pareggiare i conti, almeno bilanciare un po' le parti. A Daniela l'ultima cosa che interessava era il sesso della creatura che portava in grembo. Bastava che fosse sana, diceva. Poi arrivò il giorno dell'ecografia. E quando la dottoressa disse Trisomia 21, invece, capii che Daniela era già pronta. «È maschio o femmina?», chiese semplicemente. Perché adesso sì, l'unica cosa che contava era sapere chi avrebbe portato nuova gioia nella nostra famiglia. E Anna era la buona notizia che stavamo aspettando.