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«Come sarebbe la condizione mitica di rinchiudersi in una Tebaide se non ci fosse la speranza di mettere a morte la Misura che ha fatto l'orgoglio degli esteti?». È la domanda di chi abita il mondo dell'Arte che gli chiede di continuo di proiettare il proprio coraggio e l'impegno per una teoria inesorabile che lo rende ostile a tutti. Il protagonista di "Forse piove" pedina passo passo la tragedia per coglierla in fallo e ridervi sopra. È una vita appestata dall'essere sospeso tra la dimostrazione di una bella mano e il costante rifiuto dell'artigianalità che ha piagato tutta l'Arte, compresa quella osannata nei musei. A pacificarlo e a stemperare il suo furore teoretico non servono gli amici, la coscienza della Noia come condizione superiore e l'umorismo che riverbera, una badante che gli si offre con devozione: ci vuole un cataclisma, quella Straordinarietà che egli ha sperato apparisse in veste di soggetto da ritrarre, qualcosa che riflettesse una visione tragica della meraviglia: così si apre la porta aurorale della conoscenza all'ultimo punto dell'annientamento nella scena libertina, è il premio che lo farà sentire nuovamente artista.