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"Che cosa significa che, in una società dello spettacolo e in una cultura dominate dall'esigenza di esibirsi, dei cineasti lavorino a proprie spese e rigettino la logica della celebrità e dell'arricchimento? Che, in una comunicazione che inghiotte politica, cronaca, sport, economia, degli artisti sganciati l'uno dall'altro ma mossi da uno stesso impulso s'incaponiscono a creare prodotti che richiedono intelligenza per essere gustati? Che, nel contemporaneo delirio di elettronica e d'informatica, gli stessi artisti ritornino alle tecniche originarie della pittura e del disegno oppure pieghino il pixel alle esigenze originarie della gouachet". È quanto si chiede, nella prefazione di questo libro, il grande storico dell'animazione Giannalberto Bendazzi, primo studioso ad aver ipotizzato l'esistenza e riconoscibilità di una Corrente Neopittorica nel cinema d'animazione. A rispondere in maniera compiuta e rigorosa a queste domande è una sua ex allieva, Priscilla Mancini, che per questo volume ha dato corpo e seguito all'intuizione di Bendazzi e ha studiato e intervistato gli animatori riconducibili alla Corrente Neopittorica, peraltro quasi tutti italiani. "L'animazione dipinta" è il primo libro a occuparsi in modo specifico e approfondito di questa corrente del cinema animato, al crocevia fra pittura, cinema, video arte e poesia.