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C'è stato un tempo in cui il passato era una conchiglia trovata sulla spiaggia: un guscio di madreperla a cui dei ed eroi avevano raccontato le storie di chi aveva raccolto la sfida del fato, provando a solcare il Mare. Poi, neppure il futuro è stato più quello di una volta. E ai poeti non restò che la carta per cantare la bellezza della vita e dell'amore con le loro lacrime d'inchiostro. Oggi, il passato, può avete il profilo misterioso di oggetti ancora familiari in un tempo che appare lontanissimo. E la forma ormai strana delle poche cabine telefoniche abbandonate nelle città di vetro e cemento ricorda ancora le donne e gli uomini protesi verso la scoperta del segreto lancinante del cuore: l'origine del mondo e, naturalmente, della poesia. Lettera a Telemaco di Luigi Amendola è un libro strappato al silenzio del destino: poesie come gettoni di desiderio pulsante, parole meditate nel corso di una vita capace di raccontare i cento modi con cui, ora e sempre, i poeti continuano a dire «ti amo». Con, in apertura, un contributo di Francesco Piccolo e, in chiusura, i versi di Luigina Rufiblo, Mario Lunetta, Stanislao Nievo, Vito Riviello, Goffredo Ma-sotti, Tonino Valentini, Francesco Dalessandro, Antonio Amendola, Mario Luzi, Antonella Anedda, Silvia Ere, Marco Lodoli, laria Luisa Spaziani, Plinio Valerio Magrelli e Marco Pedone, dedicati a Luigi Amendola e pubblicati sul primo numero - nuova serie di «Versicolori».