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"Ricordo Alessandra Galante Garrone allieva alla mia Scuola di Mimo e di Teatro, alla ricerca del proprio clown: di questo bambino che cresce in noi e che la società non ci consente più di esprimere...". Con queste parole Jacques Lecoq ci introduceva nel 1980 alla conoscenza dell'autrice, divenuta a sua volta insegnante e direttrice della Scuola di Teatro di Bologna. Ma proprio come Lecoq, Alessandra non considerava certo esaurita la sua ricerca, iniziata nel 1967 alla Scuola del grande Maestro francese. "I veri artefici sono loro", diceva, "i miei allievi che, spinti dalle motivazioni personali più svariate, introducono nella tematica dello spettacolo nuovi fermenti ed esigenze". Il clown è un creatore: è l'inventore, il regista e l'interprete di se stesso ed è nel contempo un osservatore acuto e implacabile della realtà, dei costumi, delle contraddizioni della vita. Andare "alla ricerca del proprio clown" significa anche andare "alla ricerca di se stessi". Ma il libro è soprattutto un approccio al problema del corpo come strumento espressivo. Retaggio di ere remote, il Gesto possiede leggi e tematiche proprie. E per poter "giocare", un gioco terribilmente serio e difficile, con regole ferree, occorre saper "esprimere", non tanto e non solo "esprimersi".