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Il 30 gennaio 1972 a Derry, nell'Irlanda del Nord, i parà britannici spararono sui manifestanti uccidendone quattordici. A cinquant'anni di distanza, la 'domenica di sangue' è rievocata in questo coinvolgente memoir del figlio di una delle vittime. Una testimonianza toccante per tenere vivo il ricordo del padre assassinato, ma anche un esemplare affresco storico, il racconto di un'infanzia in una famiglia della classe operaia e la lucida denuncia delle origini di un conflitto durato trent'anni in una narrazione trascinante e ferocemente vera. Tony è un bambino della piccola comunità cattolica di Brandywell a Derry, nell'Irlanda del Nord della fine degli anni Sessanta. Terzo di sei figli di una famiglia della working class, è molto legato al padre Patsy, uomo generoso che anche nelle piccole cose trasmette un grande senso di giustizia. Fino a quando il conflitto irrompe violentemente nella sua vita: nel giorno in cui cominciano a girare voci di gravi scontri durante una manifestazione per i diritti civili, perché non arrivano notizie del padre? Il piccolo Tony sarà costretto a vivere sulla propria pelle la violenza dell'esercito britannico e del settarismo, fino alle estreme conseguenze. A cinquant'anni da uno dei fatti di sangue più gravi della storia irlandese, in cui fu ucciso anche Patsy Doherty, padre di Tony, ecco un memoir appassionato e coinvolgente, capace di alternare la leggerezza dell'infanzia al dramma della guerra. Tony Doherty, decennale attivista dei comitati dei familiari per la verità e la giustizia sulla 'domenica di sangue', racconta con delicatezza e dolore la propria vita e quella di un intero paese.