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Domenica 26 aprile 1478, durante la messa post-pasquale celebrata nel Duomo di Firenze, Lorenzo e Giuliano de' Medici furono aggrediti da due drappelli di assassini: mentre Lorenzo scampò miracolosamente all'assalto, Giuliano stramazzò sotto una scarica di colpi efferati. Poliziano, poeta e amico dei fratelli Medici, ne contò diciannove, contemplando con orrore il cadavere dello sventurato venticinquenne che giaceva immerso nel suo sangue, miserabilmente martoriato. Lasciando incompiute le "Stanze per la giostra", iniziate per Giuliano nel 1475, compose di getto il "Commentarium Pactianae coniurationis", una drammatica rievocazione del sanguinoso attentato. Ma qual era la verità di quella congiura? Poliziano raccontò soltanto metà della storia, ritraendo in gran dettaglio l'immoralità dei cospiratori, ma non rivelando chi erano i registi occulti del complotto. Tale compito fu assunto dal furioso Gentile Becchi, ex tutore di Lorenzo e Giuliano e vescovo di Arezzo.