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Da anni Eraldo Baldini indaga la storia e l'etnografia della Romagna. Lo affascinano anche gli argomenti e le vicende che riguardano il loro "lato oscuro", cioè i misteri, i segreti, le stranezze: temi ritenuti marginali, che raramente compaiono nel libri di storia dedicati ai vari territori e città. Argomenti che risulterebbero poco decifrabili, nella loro forma e portata, se l'analisi non si estendesse ai campi dell'immaginario collettivo, della leggenda, della forma mentis che muta insieme ai quadri storici e sociali; argomenti che risulterebbero inoltre ostici, se non fossero approcciati in modo multidisciplinare quegli aspetti della storia che trovano la loro essenza nella "cultura" intesa non solo come "sapere", ma anche come "mentalità". Ed ecco che su Faenza, dintorni e vicine valli appenniniche Baldini ci offre un affresco che, illuminando momenti e aspetti della vita di quelle comunità e andando dall'antichità all'attualità, comprende storie di draghi, di fantasmi, di inquisitori e cacce alle streghe, di strane ritualità cittadine, di fenomeni collettivi di ossessione o di isteria, di scheletri di giganti, di segreti del sottosuolo, ecc.