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Ispirato dal cupo episodio (fra storia e leggenda) che la tradizione conosce come "Oltraggio di Fano", questo dramma scritto in versi liberi, ambientato nell'Italia del XVI secolo, delinea una rappresentazione quasi assoluta - inquietante, severa, solenne - di sentimenti e desideri; una cerimonia dove le voci cantano senza necessità di musica, e dai loro melismi si forma il geroglifico (lucente, tenebroso) delle nostre emozioni. Fatale preda l'uno dell'altro, due uomini vi sono raffigurati con esaltazione forte e fiorita, devota e sacrilega, una violenza - erotica, eroica - sublimata dai suoi medesimi eccessi. Nessuna lingua, nessun teatro parvero all'autore così ideali come la lingua o il teatro francese, come il verso libero, per questa esplorazione del desiderio e dell'ascesi, dell'oltraggio e del miracolo.