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Nei "Coniugi Orlov" (1897) l'impegno sociale di Gorkij diventa un netto rifiuto dell'ordine costituito. Un misero calzolaio porta avanti malamente la sua esistenza e, tormentato da vaghi ideali di riscatto, si ubriaca per non pensare. Quando in città scoppia un'epidemia di colera, dapprima farà di tutto per aiutare i disgraziati che ne cadono malati, poi si arrenderà, convinto che la morte sia migliore della vita da cani che avevano prima. Un duro atto d'accusa alle terribili condizioni dei lavoratori nella Russia zarista, che in nuce contiene quel seme esplosivo che porterà alle tre rivoluzioni (1905, febbraio e ottobre 1917) di inizio Novecento.