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Pisa 1884. A Pisa l'industria ed il commercio sono relegati nella retroguardia, causa l'esercito dei funzionari. Prima di tutto la prefettura con tutti i suoi uffici, poi il tribunale civile con nove giudici, un cancelliere e quattro membri. Poi la Corte d' Assise e la Pretura, col loro contorno inevitabile di avvocati in numero di 63, di cui alcuni, è vero, risiedono a Volterra o nei dintorni, procuratori in numero di 64, causidici 6, notai 15. Un secondo gruppo si compone degli uffici del Demanio; di quello del Registro, delle Ipoteche, del Catasto, delle Contribuzioni: segue poi l'Università coi suoi 60 professori, e una ventina di ausiliari. Poi viene il personale del liceo, della scuola normale, del seminario, dell'orfanatrofio, degli ospitali e degli altri istituti di carità. I membri del clero regolare e secolare formano da soli un intero battaglione (nel 1852 si contavano 531 religiosi e religiose; dopo la soppressione dei conventi). Malgrado della salubrità proverbiale del clima, la corporazione dei medici ne conta un centinaio: 49 fra medici e chirurghi, 2 oculisti, 14 farmacisti, 15 veterinari, 24 levatrici. Aggiungete l'elemento militare e arriverete ad una proporzione enorme di non combattenti, cioè di uomini che non producono, non trafficano, e soltanto consumano...