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Capita a volte di essere costretti a partire per un viaggio senza destinazione. Non un viaggio in direzione di un luogo, di un'aspirazione, di un obiettivo. Unicamente il viaggio solitario per se stessi, in direzione di se stessi. La partenza in questo caso non ha e neppure vede un traguardo. La partenza è unicamente l'avvio di un movimento, perché solo il moto consente la maturazione delle cose. Perché anche noi siamo tasselli che cercano mobili un incastro, un disegno, anche noi siamo pulviscoli in movimento, energia pulsante che smuove il mondo. Il protagonista di "SeMiSenti" ha un passato che galleggia in sospensione fra le righe del presente e non lo abbandona mai. Questo passato è la separazione dalla moglie, accompagnata poi, con amorevole cura, in una nuova casa. Questo passato è una moglie che l'uomo ha staccato nel semplice gesto di una fede sfilata dal dito e riposta nel vano oggetti dell'auto, abbandonata sull'altra sponda di una separazione fisica ancora da digerire e risolvere. È una moglie che gli resta addosso come un neo sulla pelle. C'è sempre stata, prima, durante e adesso...