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Una ragazza racconta per frammenti la propria giovinezza in un Iran prima illuso da una grande speranza di libertà e poi costretto nel regime islamico instaurato dagli ayatollah di Khomeyni nel 1979. La voce della narratrice, profuga a Parigi, diventa chiara, forte, tinta di lirismo persiano, e fa sentire, in ogni pagina, un quotidiano spesso insostenibile e in gran parte sconosciuto a noi occidentali. La scuola, le parole rivoluzionarie, la sete di libertà, la repressione dei pasdaran, le nuove regole della morale coranica, l'università a Bandar Abbas, e poi il ritorno, dopo cinque anni di esilio, per ritrovare un disastro ancora più grande di quello che aveva lasciato. Prima edizione italiana di un romanzo che, come il fumetto "Persepolis" di Marjane Satrapi, è una storia scritta interamente al femminile che spiega molto della realtà dell'Iran di oggi, proponendo anche delle prospettive possibili su quello che potrà accadere in quel grande paese.