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La parola poetica, come ha ben mostrato Valéry, è il filo d'Arianna di un duplice percorso; sa ricondurti all'indietro, fino al gemito e al grido, fino al ritmo tramite cui il corpo si parla; sa accompagnarti in avanti, traducendo l'emozione in pensiero, la confusione in ordine sintattico, in profondità semantica, in storia personale e comune. Fragile e testarda, resta in bilico fra origine e fine, in perenne esitazione fra suono e senso.