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Gisella Modica torna dopo vent'anni nei luoghi che furono teatro dell'occupazione delle terre nella Sicilia degli anni Cinquanta per capire le motivazioni che la spinsero alla ricerca delle protagoniste di quelle lotte individuando, lungo il cammino, complici gli odori, i suoni, i colori dei luoghi attraversati, in alcuni fallimenti e nodi irrisolti del suo vissuto una possibile chiave di lettura per capire il fallimento di uno degli eventi più controversi della storia siciliana, conclusa con l'emigrazione. Un racconto in due tempi, anzi tre: il tempo dei fatti, quello del viaggio, e quello delle voci raccolte nel settantasette con un registratore e che, riascoltate vent'anni dopo, risuonano dapprima incomprensibili per diventare man mano una Storia restituita alle protagoniste. Figure indimenticabili per forza, intelligenza e creatività che avevano messo a rischio la loro stessa vita, ma giudicate dallo stesso partito "inaffidabili" in quanto "facevano sempre di testa loro". Tra la nascita della figlia e la morte della madre le voci di quelle donne restano mute. È il diventare adulta, il rinascere madre a se stessa, nuova Persefone, che consentirà all'autrice di portare alla luce il filo che intreccia la sua con le altre storie lontane nel tempo ma che, ben prima del femminismo, mostrano quella differenza che la politica si ostina ancora a ignorare.