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Luciano Bianciardi e Aladino Vitali, quasi trentenni, e il venticinquenne Isaia Vitali dettero vita al circolo del cinema negli anni Cinquanta. Quella passione li teneva legati, forte. I tre "spatentati" credevano nelle potenzialità del mondo di provincia per imprimere un cambiamento nella società. "Mi faceva quasi rabbia quel suo bel parlare. Quando la domenica mattina Luciano raccontava i registi e i film a una trentina di soci del nostro cineclub, mentre camminava per la platea con le mani in tasca, mi faceva quasi rabbia. La sua proprietà di linguaggio incantava. A vederlo così disinvolto sembrava che quei registi, quei film, visti insieme con me e Aladino il venerdì notte, lui li conoscesse da anni. E la platea di amatori di pellicole d'essai lo ascoltava rapita".