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Una sublime insegnante, nei gesti prima ancora che nella poesia. A che titolo, in chi la conosce, risveglia alla mente tante vive memorie, tracce dei grandi che non sono passati invano. Ci pare esatto quindi udire, in tale passaggio fondamentale della poetica di Brunella Bruschi, la voce dell'ultimo Caproni, lieto e tragico, giocoso e mortale. Richiami, atmosfere affini, ma soprattutto re-invenzioni, quale l'ironia metafisica della sezione "Connessione non eseguita", nell'assurdità del rapporto tra scrittura e nuove tecnologie. Così questo viaggio terrestre e ideale dell'"ordine sghembo del pensiero" resta sospeso tra i suoi attori cangianti (il navigatore, il danzatore che in un endecasillabo dipinto va "frusciando sulle tavole di legno", il rocciatore, tutti convinti che la materia non crolli) e un altro viaggio, altrettanto reale.