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Al pari di altre voci del nostro linguaggio storiografico (Medioevo, Rinascimento, Barocco, Romanticismo, Risorgimento), la voce italiana "Illuminismo" ha derivato dai suoi equivalenti il ruolo, i caratteri di una categoria storiografica, che avrebbe sì conosciuto in un tempo storico dell'Europa (il secolo XVIII, detto appunto "secolo dei Lumi") il pieno dispiegamento dei propri tratti ma al tempo stesso, in quanto categoria, ha preteso di designare momenti dell'antico e del moderno, della contemporaneità persino, nei quali uno o più dei caratteri distintivi, dei "valori" dell'Illuminismo si ritrovassero o si volesse ritrovare. Quei "caratteri" e valori, ora distinti ora sommati, erano stati iscritti sotto una voce unitaria, "Illuminismo" appunto, dal momento che li si voleva parti di un unico movimento non solo, bensì articolazioni di un progetto unitario: illuminare l'umano intelletto per liberarlo da pregiudizi e superstizioni, consacrati dal tempo o imposti dal potere, strumenti dell'oppressione materiale e manifestazioni della servitù morale; elaborare perciò un'idea universale del conoscere e del sapere autonomi; educare il genere umano nella conoscenza dei suoi diritti e doveri; realizzare per rivoluzione o riforme sistemi politici e sociali "naturali" e "giusti" (e giusti perché naturali); sostituire infine alla storia dei principi e delle guerre la storia dei progressi della società civile.